fonte
Moshè ha ricevuto la Torà al Sinai,
E l’ha trasmessa a Yehoshua
E Yehoshua agli anziani
E gli anziani ai profeti
E i profeti l’hanno trasmessa ai membri della Grande Assemblea.
(Mishna, Masechet Avot, capitolo1, mishna 1)
ndamentali per la programmazione
domande essenziali
- Perché è importante per i popoli e le culture costruire narrative sulla loro esperienza?
- In che modo la storia della Torà è la mia storia?
- Come divento una voce nella catena dell’interpretazione ebraica della Torà?
- Che cosa possiamo imparare dalle diverse generazioni?
domande di contenuto collegate alle domande essenziali
- Che importanza ha tramandare la tradizione?
- In che modo posso svolgere un ruolo come anello nella catena della tradizione ebraica?
- In che modo posso prendere un posto nella mia comunità ebraica?
background per l’insegnante
Il trattato della Mishnà intitolato Masechet Avot (“Trattato dei padri”) è una raccolta di detti dei Chazal (i Saggi ebrei) su argomenti di morale e di buon comportamento. Il trattato inizia con una descrizione della linea di trasmissione della Torà, dal Monte Sinai fino...
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Il trattato della Mishnà intitolato Masechet Avot (“Trattato dei padri”) è una raccolta di detti dei Chazal (i Saggi ebrei) su argomenti di morale e di buon comportamento. Il trattato inizia con una descrizione della linea di trasmissione della Torà, dal Monte Sinai fino ai Membri della Grande Assemblea.
All’inizio del testo, Moshè ha ricevuto la Torà presso il Monte Sinai. Yehoshua, discepolo e successore di Moshè, ha ricevuto queste parole da lui e le ha trasmesse ai 70 anziani saggi della nazione. Questi, a loro volta, hanno trasmesso le parole alla generazione successiva – la generazione dei Profeti, che a loro volta l’hanno trasmessa al consiglio di saggi durante il periodo del Secondo Tempio, i cosiddetti, Membri della Grande Assemblea.
Al termine di questo periodo ha inizio quello dei Tanaim, in cui fu compilata la Mishnà. Secondo la tradizione, la Mishnà si basa sulle stesse leggi che sono state tramandate di generazione in generazione.
Essenzialmente, la Mishnà è il primo dei testi ebraici che sono stati scritti dopo la Torà, in cui vengono consolidati le leggi e i principi di fede che sono stati formulati oralmente nel corso delle generazione dal tempo in cui fu data la Torà.
Questi insegnamenti, studiati e trasmessi oralmente a memoria, sono stati chiamati Torà Orale (Torà Shebe’al Pe) e il nome è rimasto immutato anche dopo la sua trascrizione.
La Torà Orale è un anello addizionale della Torà scritta (a noi nota come i “cinque libri della Torà”) e i libri dei Profeti e degli Agiografi.
Questo testo nella Masechet Avot viene riportato per rafforzare l’autorità della Torà Orale. La descrizione della linea di trasmissione da Moshè ai Membri della Grande Asemblea conferisce alle parole dei saggi un’autorità spirituale e suggerisce che anche la Torà Orale è stata ricevuta da Moshè presso il Monte Sinai e a sua volta trasmessa.
Rabbi Ovadia di Bertinoro, nella sua interpretazione della Mishnà, dice che il trattato inizia con questo argomento per distinguere tra i consigli morali creati dalla gente e il percorso morale proposto in questo trattato che deriva da Dio: “Per dirti che le virtù e gli insegnamenti morali di questo trattato non sono state inventate dai saggi della Mishnà dal loro cuore, ma che anche essi erano state enunciati presso il Sinai”.
L’importanza di trasmettere e ricevere, dall’insegnante allo studente e di generazione in generazione, è un principio centrale nell’Ebraismo. La Torà viene tramandata attraverso lo studio e la tradizione; essa mantiene il proprio carattere e i propri principi pur attraversando al tempo stesso un processo di adattamento e di innovazione in linea con i tempi.
Di questo processo parlano diversi midrashìm. Ad esempio, nel midrash in Mashechet Chaghigà nel Talmud babilonese (29, 2) si racconta la storia di un evento miracoloso in cui Moshé vide Rabbi Akivà che insegnava innovazioni nella Torà che nemmeno lui, Moshè , conosceva – e tuttavia Rabbì Akivà disse ai suoi studenti che queste parole erano “la legge di Moshé al Sinai”.
Questo midràsh, insieme ad altri, rafforza la catena di interpretazione e di innovazione della Torà, a cui possiamo partecipare noi oggi, attraverso lo studio della Torà e dei suoi insegnamenti.
- Fai un gioco che dimostra la trasmissione della conoscenza da una persona all’altra e richiede memoria e innovazione. Fai disporre gli studenti in cerchio. Uno studente farà dei movimenti e li mostrerà allo studente accanto a lui; il secondo studente, poi, ripete i movimenti del primo aggiungendone di propri, che mostrerà allo studente successivo. Il gioco continua in questo modo: ogni studente ripete i movimenti di quello precedente e ne aggiunge un altro personale.
Alternativa: Lo stesso gioco si può giocare creando una storia. Il primo studente inizierà con una parola e poi ogni studente che segue ripeterà le parole che sono venute prima aggiungendo una parola nuova, finché l’ultimo studente sentirà una storia completa.
Spiega agli studenti in che modo la Torà è stata trasmessa di generazione in generazione. Parla delle somiglianze e delle differenze tra il modo in cui è stata trasmessa la Torà e il gioco a cui hanno appena giocato. - Puoi fare sentire un musical composition della Mishnà (in ebraico).
- Perché pensi che nel testo venga spiegata in dettaglio la linea di trasmissione della Torà Orale?
- In che modo pensi che la Torà Orale sia stata trasmessa di generazione in generazione prima che fosse stata scritta? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questo metodo in confronto alla trasmissione della Torà Scritta?
- Sebbene non venga spiegato nel dettaglio nel testo, si sa dalla continuazione della linea di trasmissione che, a ogni fase della trasmissione, il popolo ha ricevuto la Torà e ha anche aggiunto le proprie parole. Perché entrambe le cose sono importanti?
- Chi trasmette la Torà a te? In che modo?
- Che ruolo svolgi nella tradizione di tramandare la Torà di generazione in generazione? Consideri anche te stesso responsabile della trasmissione della Torà alle generazioni future? Perché?
- Come potremmo entrare in relazione e rapportarci alle tradizioni con i cui valori non concordiamo?
- Come possiamo tramandare le tradizioni che ci sono state tramandate dalle generazioni precedenti permeandole di contenuti che sono personali e al passo con i tempi?
- Racconta una tradizione famigliare che ha origine almeno una generazione fa (i nonni). In che modo questa tradizione è stata tramandata di generazione in generazione?
Insegna un esempio dello sviluppo della tradizione della Torà nel tempo – leggende e interpretazioni, aggiunte e la loro spiegazione a seconda dei diversi periodi. Ad esempio:
Torà
“Non mettere un ostacolo davanti a un cieco”
(Levitico 19, 14)
Chiedi agli studenti: Secondo quanto capisci, quale è l’intenzione di questo verso? Fai un esempio.
I Saggi(Chazal, approssimativamente 0-500 d.C.)
trovavano nei versi. Ad esempio, a proposito di questo verso della Bibbia, hanno scritto:
“Non mettere un ostacolo” – davanti a una persona che è cieca nei confronti di qualcosa [di specifico].
Se una persona ti chiede un consiglio, non darle un consiglio che non è giusto per lei.
Non dirle di “uscire di mattina” – se così verrà derubata, o “esci a mezzogiorno” – se in tal modo sarà colpita da un caldo insopportabile.
(Sifra, Kedoshim, parsha 2,14)
I commentatori
I commentatori sono coloro che hanno vissuto dopo i Saggi; vi sono stati commentatori della Torà fino ad oggi, in ogni generazione. Hanno interpretato la Torà basandosi a volte sui Saggi e a volte interpretando e espandendo le parole dei saggi.
Nell’esempio seguente, il commentatore Moshè Chayim Luzzatto (noto come il Ramchal – circa 1700 d.C) spiega e amplia le parole dei saggi riportati sopra:
“Ma è il dovere dell’uomo onesto; quando un uomo viene a consigliarsi con lui, deve dargli solo i consiglio che seguirebbe veramente lui stesso.”
(Messilat Yesharim, capitolo 11)
- Puoi usare questo modello. Gli studenti possono aggiungere le proprie interpretazioni dal punto di vista attuale. Possono scegliere se ricollegarsi alle parole della Torà o di altre tradizioni successiva (ampliandole, dando un esempio, o anche esprimendo disaccordo).
- Gli studenti devono comporre un detto originale personale su come, secondo la loro esperienza, si debbano affrontare le difficoltà o le limitazioni di altre persone. Puoi dire loro di creare sticker che esprimano i loro suggerimenti.
- Insegna la parte del Libro di Shemot (Esodo) in cui Il dono della Torà . Secondo la storia, in che modo la Torà è stata trasmessa al popolo di Israele? Quale è stato il ruolo del popolo di Israele nella linea di trasmissione prima della Mishnà? Perché pensi che non venga nominato? C’è chi sostiene che questa differenza rifletta la prospettava non ugualitaria dei Saggi, in palese contraddizione con l’idea espressa nella Torà secondo cui tutti partecipiamo alla trasmissione della tradizione. Parla con gli studenti: chi ha l’autorità di trasmettere la Torà e di innovarla?
- Pensa a un’iniziativa di classe in cui gli studenti insegneranno e trasmetteranno un valore ebraico alle loro comunità, o a un’altra classe a scuola (ad esempio: la tzedakà, la responsabilità reciproca, la riconoscenza e così via). Puoi farlo nell’ambito di una sessione di studio notturna il giorno prima di Shavuot (un tikkun leil shavuot) che gli studenti svolgeranno o in cui avranno un ruolo centrale. L’invito all’evento o le parole di apertura dell’evento possono comprendere le parole della Mishnà: Moshè ha ricevuto la Torà al Sinai…” aggiungendo la parte degli studenti nella linea della trasmissione: “e noi, questa classe, la trasmettiamo a…”
- Leggi il midrash in cui si parla della presenza di ogni generazione quando fu data la Torà:
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Rabbi Abbahu disse a nome di Rabbi Shmuel Bar Nachmani: Perchè dice: “Poiché colui che si trova qui con noi… e colui che non si trova qui” (Deuteronomio 29, 14)?
Dato che le anime erano presenti ma il loro corpo non era stato ancora creato, non dice che “si trovavano”.(Midrash Tanchuma, Nitzavim 29, siman 3)
Rabbi Abbahu offre un’esegesi del verso del libro di Devarim (Deuteronomio) in cui Moshè raduna la nazione per ribadire il patto stipulato con Dio al Monte Sinai. Egli spiega che, dall’uso della parola “si trovano (in piedi)” lì; in altre parole, i vivi – e anche tutti coloro che non erano presenti. Secondo questa interpretazione, le anime di tutte le generazioni successive erano presenti anche in modo non fisico.
Spiega il midrash e poi parla del rapporto tra quanto affermato dal midrash e l’autorità di tutte le generazioni future di portare innovazioni alla Torà. - Il Rabbino Rinat Tzfania, ispirata da questa fonte, ha scritto della catena della tradizione tramandata dalle donne:
Miriam ha ricevuto la Torà al Sinai
E la ha trasmessa alle figlie di Tzelafchad
E le figlie di Tzelafchad l’ha tramandata a Deborà
E Deborà l’ha tramandata a Ruth
E Ruth l’ha tramandata a Brurià.
Esse dicevano tre cose:
Fate sentire la vostra voce,
Istruite molti studenti,
e interpretate la Toràascolta entrambi i testi (rabbinico e moderno) messo in musica e cantato da Rabbi Oded Mazor e i musicisti della sinagoga Kol Haneshamà a Gerusalemme.