fonte
Questo è il pane dell’afflizione che i nostri antenati mangiavano in Egitto.
Chiunque abbia fame venga e mangi
Chiunque sia bisognoso venga a partecipare al pasto di Pessach.
Quest’anno siamo qua; l’anno prossimo, saremo in Israele.
Quest’anno siamo schiavi; l’anno prossimo, saremo liberi
Dalla Haggadà di Pessach
הָא לַחְמָא עַנְיָא דִי אֲכָלוּ אַבְהָתָנָא בְּאַרְעָא דְמִצְרָיִם.
כָּל דִכְפִין – יֵיתֵי וְיֵיכֹל, כָּל דִצְרִיךְ – יֵיתֵי וְיִפְסַח.
הָשַׁתָּא הָכָא, לְשָׁנָה הַבָּאָה בְּאַרְעָא דְיִשְׂרָאֵל.
הָשַׁתָּא עַבְדֵי, לְשָׁנָה הַבָּאָה בְּנֵי חוֹרִין.
מתוך ההגדה של פסח
ndamentali per la programmazione
domande essenziali
- In che modo le tradizioni familiari ebraiche giocano un ruolo importante nella nostra vita?
- Che cosa possiamo imparare dalle diverse generazioni?
- In che modo le pratiche ebraiche riflettono i valori ebraici?
- Quali sono i valori ebraici (ad esempio libertà, responsabilità, giustizia, comunità, rispetto della diversità e così via) che devono essere onorati in una società ideale?
domande di contenuto collegate alle domande essenziali
- In che modo la matzà ci college con le generazioni precedenti?
- In che modo ricordare gli eventi del passato ha un impatto sul nostro comportamento presente?
- In che modo le usanze della sera del seder ci insegnano l’importanza di aiutare il prossimo?
- Che potere hanno i simboli nella trasmissione delle emozioni, delle idee e dei valori?
background per l’insegnante
Ha lachama anya è il paragrafo che apre la sezione magghid (narrazione) del seder di Pessach, la parte in cui viene raccontata la parte dell’esodo. Il testo comparve per la prima volta nelle haggadot che risalgono al periodo dei Gaonim (intorno al IX secolo)...
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Ha lachama anya è il paragrafo che apre la sezione magghid (narrazione) del seder di Pessach, la parte in cui viene raccontata la parte dell’esodo.
Il testo comparve per la prima volta nelle haggadot che risalgono al periodo dei Gaonim (intorno al IX secolo) ed è scritta in aramaico. La Matzà simboleggia sia la schiavitù (poiché è un pane piatto e sottile) che la libertà (poiché gli Israeliti uscirono frettolosamente, prima che il loro pane avesse tempo di lievitare).
Nel brano, la matzà è presentata come simbolo di schiavitù e di povertà, e questo indica che chi ha della matzà dovrebbe distribuirla a chi ne ha bisogno. Proprio perché anche noi una volta fummo ridotti in povertà e in schiavitù, oggi abbiamo l’obbligo di occuparci di chi ha bisogno invitandoli alla nostra tavola – in quanto siamo liberi e abbiamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno.
L’aramaico era la lingua più comunemente parlata tra gli Ebrei durante il periodo in cui fu scritto ha lachma anya. La decisione di scrivere il testo in un linguaggio conosciuto da tutti ne indica l’importanza.
- La sezione magghid della Haggadà ci racconta la storia della nostra schiavitù e dell’uscita dall’Egitto. Chiedi agli studenti: come sceglieresti di iniziare questa sezione? Che argomento/idea/citazione pensi sarebbe più adatta?
Ora insegna ha lachama anya e chiedi agli studenti che cosa pensano su questa scelta delle parole di apertura. Che cosa possiamo imparare da essa?
- Perché siamo obbligati a ricordare che siamo stati schiavi proprio in occasione della festa della libertà?
- Perché pensi che la matzà sia chiamata “il pane della povertà”?
- Perché nominiamo “il pane della libertà” proprio all’inizio del seder?
- Che collegamento c’è tra la libertà e la povertà? Una persona povera può essere completamente libera?
- Che cosa ci insegna il ricordare la povertà dei nostri padri sul nostro comportamento nel presente?
- Perché è stato scelto un certo cibo – la matzà – per simboleggiare la povertà? Perché non è sufficiente semplicemente parlare della povertà?
- Dividi la classe in piccoli gruppi. Ogni gruppo deve pensare a una situazione in cui una persona è limitata nelle attività umane di base a causa della sua povertà . Gli studenti devono inscenare la situazione e chiedere agli altri di suggerire modi in cui la società può aiutare a risolvere questo problema – non soltanto dando soldi, ma con una soluzione a lungo termine.
- Vi è un’antica usanza di Pessach che si chiama kimcha depascha (letteralmente: la farina di Pessach) – raccogliere cibo e tzedaka per coloro che non hanno i mezzi per osservare la festività. Organizza una campagna di tzedakà di gruppo per Pessach. Fai fare agli studenti un biglietto da attaccare ai pacchi, che spiega l’usanza di kimcha depascha e i messaggi trasmessi in ha lachama anya.
- Puoi mostrare agli studenti questo film sull’ ha lachama anya, in cui il disegno nella sabbia viene usato per illustrare il collegamento tra l’uscita dall’Egitto e il sostegno alle persone in difficoltà
- I Chazal (i nostril Saggi )interpretano le parole chametz e matzà secondo i loro suoni in ebraico: Chametz è simile alla parola lehachmitz e matzòt assomiglia alla parola mitzvà (precetto) nonché a lematzòt (trarre il meglio di qualcosa). I nostri Saggi indicano la halachà (la legge ebraica) che impone che la matzà non deve diventare chametz per insegnarci una nuova idea: non perdere l’opportunità di fare una mitzvà – “Una mitzvà che ti cade in grembo non deve essere persa” (Mechiltà Shemot 12:7). Come possiamo evitare di perdere un’opportunità di compiere buone azioni? Un’altra lezione che si può imparare è di non perdere le opportunità e di trarne il meglio fino alla fine.
Fai discutere gli studenti: quando hai perso un’opportunità? Come avresti potuto trarne il meglio? - Secondo i commentatori, il chametz – che cresce e si espande – simboleggia l’orgoglio, mentre la sottile e semplice matzà simboleggia l’umiltà. Discutete: quando ci comportiamo come il chametz e come potremmo comportarci come la matzà in quella stessa situazione? Ci sono casi in cui il chametz, l’orgoglio, è vantaggioso?