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E’ vietato che una persona sia crudele e si rifiuti di fare la pace. Invece, deve essere calmarsi facilmente ma andare in collera difficilmente. Quando la persona che gli ha fatto un torto gli chiede perdono, deve consolarlo con cuore completo e spirito ben disposto.
Maimonides, Mishneh Torah, pentimento, Capitolo2, Halachà 10
אָסוּר לָאָדָם לִהְיוֹת אַכְזָרִי וְלֹא יִתְפַּיֵּס וּבְשָׁעָה שֶׁמְּבַקֵּשׁ מִמֶּנּוּ הַחוֹטֵא לִמְחֹל – מוֹחֵל בְּלֵב שָׁלֵם.
רמב”ם, מִשְׁנֵה תורה, הלכות תשובה, פרק ב, הלכה י
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domande essenziali
- Come posso essere il “me” migliore quest’anno? In classe, a casa, al parco e così via…?
- In che modo posso crescere grazie al ciclo del calendario ebraico?
- In che modo le pratiche ebraiche riflettono i valori ebraici?
domande di contenuto collegate alle domande essenziali
- Perché è importante perdonare?
- Come è importante perdonare una persona che ti ha fatto del male?
background per l’insegnante
Uno degli argomenti di Yom Kippur è il processo di cheshbon nefesh o esame di coscienza che tutti gli Ebrei devono affrontare durante il giorno. Cheshbon nefesh è un termine che si riferisce a un processo di autocritica, di riflessione di una persona sulla...
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Uno degli argomenti di Yom Kippur è il processo di cheshbon nefesh o esame di coscienza che tutti gli Ebrei devono affrontare durante il giorno. Cheshbon nefesh è un termine che si riferisce a un processo di autocritica, di riflessione di una persona sulla sua vita e di un riassunto e una valutazione delle proprie azioni e dei conseguimenti. Se una persona sente di aver agito male nei confronti di un’altra persona, deve chiederle scusa e pentirsi. Questo processo di introspezione deve condurre a decisioni sul futuro e sui cambiamenti che un individuo vuole fare. L’altro lato della medaglia di chiedere scusa è accettare le scuse. Il periodo di cheshbon nefesh è anche un periodo dedicato al perdono, in cui l’individuo perdona chi li ha danneggiati e cercano di correggere il rapporto con loro.
Nella nostra fonte, il Maimonide sottolinea che una persona deve perdonare il suo prossimo se vuole riconciliarsi e fare la pace. Chi chiede autenticamente perdono è dispiaciuto per il danno che ha causato e ora cerca di porre rimedio. Questo spiega l’uso che Maimonide fa della parola “crudele”: rifiutandosi di perdonare, la parte lesa impedisce all’altra persona di correggere i propri errori e di andare avanti. Chi non viene perdonato continuerà a sentirsi colpevole e può non essere capace di voltare pagina.
Secondo il Maimonide, è importante perdonare il prossimo “con un cuore completo” perché una persona che riconosce di aver fatto male al suo prossimo, assumendosi la responsabilità delle proprie azioni e esprime dispiacere e rimorso non è più la stessa persona che era e bisogna presumere che non si comporterà nello stesso modo di nuovo in futuro.
Maimonide (1138-1204)
Rabbi Moshe Ben Maimon (Noto in ebraico come “il Rambam” e in English come Maimonide) fu un rabbino, pensatore e medico ed è uno dei personaggi più influenti della cultura ebraica. Il suo trattato Mishnè Torà è uno dei libri più importanti della letteratura ebraica.
- Perché Maimoninide usa la parola “crudele” per descrivere una persona che si rifiuta di perdonare qualcuno che sta chiedendo scusa? Sei d’accordo con questa scelta di parola? Spiega la tua risposta.
- A volte è difficile perdonare veramente dal cuore una persona che ti ha fatto del male. Perché?
- Perchè è importante fare uno sforzo per farlo anche se è difficile?
- Pensi che le persone si debbano perdonare in ogni caso? Ci sono casi in cui questo non vale? Spiega.
- Secondo te, è più facile chiedere perdono a chi è vicino a noi (parenti, amici e così via) o a persone più distanti (un negoziante, l’addetto alla sicurezza della scuola e così via)?
- Che cosa è più difficile per te: chiedere scusa o perdonare qualcun’altro?
- Lavora in coppie (o in piccoli gruppi): ogni coppia inventa una storia su qualcuno che fa del male al suo amico e poi gli chiede scusa. Fai una piccola recita basata sulla storia, la richiesta di perdono e la reazione della persona che è stata offesa. Nella recita fai esprimere il male che l’azione ha provocato, la difficoltà affrontata dalla parte che ha leso nel chiedere perdona e il modo in cui ha scelto di farlo. Allo stesso modo, esprimi la difficoltà che la parte lesa prova nel perdonare il prossimo, come possono dire se la richiesta di perdono è sincera e come si sentono entrambe le parti dopo aver fatto la pace.
Nota: Conviene controllare gli argomenti che i gruppi hanno scelto prima di preparare le loro recite per assicurarsi che i casi si adattino all’ambito della classe
- Guarda la statua Reconciliation della scultrice Josefina de Vasconcellos, esposta alla Cattedrale di Canterbury in Inghilterra. La scultura segna il cinquantesimo anniversario della fine della Second Guerra Mondiale. Sculture identiche a questa sono in mostra in Germania e in Giappone. Puoi parlare del fatto che anche i paesi arrivano a una riconciliazione e trovano modi per esprimere il perdono (ad esempio attraverso le sculture)
- Leggi il brano Perdonare è difficile, tratto dal romanzo di Chaim Potok’s novel Danny l’eletto, in cui si parla della difficoltà che una persona a cui è stato fatto del male ha nell’accettare una richiesta di perdono, anche se è sincera.
- Studia la fonte Chiedere perdono, che presenta l’enfasi della Mishnà sull’importanza del chiedere scusa.
- Puoi studiare la seguente poesia e usarla per espandere la discussione delle difficoltà che comporta perdonare gli altri e l’importanza della riconciliazione.