La Succà – Permanenza e temporaneità

A Succot, trasformiamo la succà, una struttura temporanea, nella nostra casa permanente per la durata di una settimana. In questa unità si parla dell’esperienza della permanenza e della temporaneità nella festività di Succot e nella nostra vita quotidiana.

Unità Età : 12-14

fonte

Risiederete nelle succot per sette giorni […] affinchè le generazioni future sappiano che ho fatto delle dimore temporanee per gli Israeliti quando li ho fatti uscire dalla terra d’Egitto.

 

Levitico, capitolo 23, versi 42-43

 

בַּסֻּכֹּת תֵּשְׁבוּ שִׁבְעַת יָמִים […]  לְמַעַן יֵדְעוּ דֹרֹתֵיכֶם כִּי בַסֻּכּוֹת הוֹשַׁבְתִּי אֶת בְּנֵי יִשְׂרָאֵל בְּהוֹצִיאִי אוֹתָם מֵאֶרֶץ מִצְרָיִם:

ויקרא פרק כ”ג פסוקים מ”ב-מ”ג

Per un periodo di sette giorni, si rende la propria succà permanente e la propria casa temporanea.

Come? 

Se si hanno bei piatti – si portino in succà

Belle lenzuola – si portino in succà

Si mangia, si beve e si cammina nella succà

Secondo il Talmud Babilonese , Masechet Succah, daf 28, pagina 2

ndamentali per la programmazione

domande essenziali

  • In che modo i simboli vengono usati nelle celebrazioni e nelle festività?
  • In che modo le pratiche ebraiche riflettono i valori ebraici?

domande di contenuto collegate alle domande essenziali

  • Che posto occupa la temporaneità nella nostra vita?
  • In che modo trasferirci in una succà ci aiuta a dare significato alle cose basilari della vita?
  • Che contributo dà la sensazione di vulnerabilità che deriva dal dimorare in una succà a noi come esseri umani?

background per l’insegnante

La festività di Succot prende il nome dalla succà in cui viviamo per tutta la durata della festività. La succà è una struttura temporanea con un tetto di paglia chiamato schach – סכך, fatto di piante (come foglie di palmi, bambù intrecciato o rami di pino). ...

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La festività di Succot prende il nome dalla succà in cui viviamo per tutta la durata della festività. La succà è una struttura temporanea con un tetto di paglia chiamato schach – סכך, fatto di piante (come foglie di palmi, bambù intrecciato o rami di pino). 

La succà è costruita per essere una casa temporanea – una casa che è abitata solo per un breve periodo di tempo. La Torà afferma: “Risiederete nelle succot sette giorni (Levitico 23,42) e i nostri Saggi spiegano: “La Torà dice che per sette giorni completi dovete lasciare la vostra casa permanente per stabilirvi in una casa temporanea” (Talmud Babilonese, Massechet Succà 2, pagina 1).

I Chazal  (i nostri Saggi) hanno stabilito una serie di leggi basate su questi principi per assicurarsi che la succà corrisponda sia alla definizione di casa – un luogo adatto a vivere che alla definizione di transitorio – per scopo temporaneo. In termini di abitabilità: i nostri Saggi hanno determinato un’altezza e dimensioni minime entro cui una persona può risiedere e un numero minimo di pareti – tre (anche se la terza parete può essere più piccola. La sua natura temporanea è determinata dallo schach, il tetto di paglia. Deve essere fatto di piante che crescono a terra, senza l’uso di nessuna sostanza fissante (come l’argilla) e deve essere costruito prima della festività (invece di rimanere sistemato di anno in anno).

I commentatori hanno proposto diverse spiegazioni per il comandamento della succà, per il suo scopo e per i valori a cui si collega. Il Rashbam (nel suo commento al Levitico 23, 43) ha spiegato che trasferendosi in un’abitazione temporanea in questo periodo dell’anno in cui si raccoglie il grano le persone si ricordano di essere umili. “Dio ha voluto che la festività di Sukkot avvenisse nella stagione del raccolto affinchè il cuore delle persone non si inorgoglisca perché la sua casa è piena di tanto buon cibo, perché non dicano: “Le nostre mani ci hanno procurato tutta questa ricchezza”.

Nella chassidut, la succà temporanea è stata vista come un’allegoria di questo mondo (in contrasto al mondo a venire), in quanto questo mondo è temporaneo e noi siamo ospiti, e le aspirazioni delle persone dovrebbero essere rivolte verso il mondo a venire. Come ha spiegato l’autore dello Sfat Emet: “Questo mondo è temporaneo per il popolo di Israele; la loro dimora principale è nei cieli” (Deuteronomio, Lesuccòt, 16). Rabbi Eliahu Eliezer Dessler ha scritto nel suo libro, Michtav Mieliahu: “Una Sukkà è una casa temporanea, un modo di annullare il mondo materiale”.

Alcuni commentatori hanno spiegato l’idea di vivere in una casa temporanea come un principio di uguaglianza sociale, perché una persona si separa dalle sue proprietà ed è uguale nella succà. Filone di Alessandria collegava l’idea di uguaglianza al momento dell’anno in cui cade la festività di Sukkòt, l’inizio della stagione autunnale: “L’ultima delle festività di Tishrè si chiama Sukkot e avviene nel giorno dell’equinozio, in cui la notte e il giorno hanno la stessa lunghezza […] e da questo impariamo […] che dobbiamo rispettare l’uguaglianza e aborrire la disuguaglianza” (“Sulle leggi” articolo 204).

Nella fonte sopraccitata, i nostri Saggi hanno trasformato la distinzione tra un’abitazione temporanea e un’abitazione permanente completamente. Secondo il Talmud, la succà diventa un’abitazione permanente per tutta la durata della festività. Il Talmud spiega nel dettaglio come una cosa del genere accada: le persone spostano i mobili e i piatti dalla propria casa permanente alla succà e in essa fa tutto ciò che farebbe nella sua casa permanente, come mangiare e dormire. In tal modo, la succà diventa la sua abitazione permanente per una settimana. Tuttavia, questa “abitazione” non è un luogo stabile necessariamente sicuro. La succà è esposta ai danni atmosferici e può essere facilmente distrutta o spostata. Rendere una struttura temporanea la nostra abitazione permanente per tutta una settimana ci aiuta a collegarci con le peregrinazioni nel deserto degli Israeliti, ai tempi in cui le loro abitazioni erano instabili e temporanee – prima che entrassero nella Terra di Israele e vi costruissero le loro abitazioni permanenti.

 

Dai nostri Saggi impariamo la possibilità di portare la permanenza nella nostra vita temporanea e la temporaneità nella vita permanente – non solo in occasione della festività di Sukkot ma anche nella nostra vita quotidiana.

apertura opzionale
per approfondire e discutere
suggerimenti per attività
per approfondire ulteriormente
  • Chiedi agli studenti di scrivere una pagina del diario di viaggio di un immaginario Ebreo al tempo in cui errava nel deserto. Suggerisci agli studenti di riportare l’esperienza di vivere in una tenda, il clima, gli spostamenti di luogo in luogo, smontare e rimontare l’accampamento e altro. In alternativa, gli studenti che non conoscono bene la storia delle peregrinazioni degli Ebrei nel deserto possono descrivere un lungo viaggio che hanno vissuto.
  • Discuti con gli studenti la loro esperienza in strutture temporanee (in viaggio, al campeggio e altro. Chiedi come si sentirebbero se dovessero trasferirsi ogni anno di luogo in luogo. Che vantaggi ci sono in un posto permanente? Che cosa si può guadagnare da un periodo di temporaneità nella vita? Spiega le differenze tra una succà e una casa, tra un’abitazione provvisoria e una definitiva.
  1. Perché una succà è considerata una casa temporanea? Che caratteristiche ha in comune con una casa temporanea? Che caratteristiche ha una casa permanente?
  2. Che evento del passato deve ricordarci la temporaneità della succà? Perché pensi che ci sia bisogno di risiedere effettivamente in una succà per potersi collegare con questo evento?
  3. Secondo la fonte sovraccitata, che cosa attribuisce alla succà gli attributi di una casa permanente? Perché i nostri Saggi hanno provato a assegnare alla sukkà  le caratteristiche di una casa permanente?
  4. Che cosa porteresti nella tua succà per poterle conferire gli attributi di una residenza permanente?
  5. E’ veramente possibile chiamare succà una “casa permanente” solo perché ci si fanno alcune cose  e vi sono alcuni oggetti? Che cosa rende la succà  permanente nonostante ciò?
  6. Che esperienza è vivere in un’abitazione temporanea? Che sentimenti pensi che provi una persona che vive in un’abitazione temporanea? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questa esperienza?
  7. Che messaggio possiamo portare dalla festività di Succot al resto dell’anno riguardo al nostro rapporto con le cose della nostra vita che percepiamo come permanenti?
  8. Per studenti più grandi: Quali cose nella tua vita sono provvisorie e quali sono definitive? Sei soddisfatto dello status temporaneo o definitivo di queste cose? Ci sono cose nella tua vita che sono temporanee che vorresti fossero più permanenti e cose che sono permanenti che vorresti fossero più temporanee? Perché? Come lo puoi fare? (Ad esempio, trasformare un hobby come il disegno in una parte permanente e regolare del tuo orario settimanale).
  • Visita una succà e osservala dalla prospettiva della permanenza e della temporaneità – che cosa ha di permanente e che cosa ha di temporaneo?
  • Gli studenti devono portare nella succà della scuola un oggetto che ritengono sia adatto a un’abitazione permanente (possono disegnare o creare l’oggetto) e poi decorare la succà con questi oggetti.
  • Che importanza ha la natura transitoria della sukkà? Usa questo modello in cui diversi personaggi spiegano il significato della succà  dal loro punto di vista. Associa ogni personaggio a un valore specifico. Scegli uno dei personaggi con cui ti identifichi e scrivi di un’esperienza della tua vita in cui hai provato ciò che descrivono.
  • Studia l’opera di  Eliahou Eric Bokobza’s intitolato Succot / Eliahou Eric Bokobza,  che offre un’interessante prospettiva sulla natura temporanea delle succot in contrasto con le caratteristiche di una casa permanente.