Lo studio della Torà

Tikkun Leil Shavuot – Il valore ebraico dello studio    

In questa fonte, scopriremo il valore ebraico dello studio mentre familiarizziamo con l’usanza del Tikkun Leil Shavuot (lo studio della Torà che dura tutta la notte)

Unità Età : 9-11, 12-14

fonte

E queste sono le cose che ho comandato a te oggi nel tuo cuore

Insegnale diligentemente ai tuoi figli e parlane con loro

Quando sei a casa e quando cammini per la strada

Quando ti addormenti e quando ti svegli

(Deuteronomio 6, 6-7)

וְהָיוּ הַדְּבָרִים הָאֵלֶּה אֲשֶׁר אָנכִֹי מְצַוְּךָ הַיּוֹם עַל לְבָבֶךָ.

וְשִׁנַּנְתָּם לְבָנֶיךָ וְדִבַּרְתָּ בָּם

בְּשִׁבְתְּךָ בְּבֵיתֶךָ וּבְלֶכְתָּך בַדֶּרֶךְ

וּבְשָׁכְבְּךָ וּבְקוּמֶךָ.

ndamentali per la programmazione

domande essenziali

  • In che modo le pratiche ebraiche riflettono i valori ebraici?
  • Come divento una voce nella catena dell’interpretazione ebraica della Torà? 

domande di contenuto collegate alle domande essenziali

  • Che rapporto ho con la Torà e con altri testi ebraici?
  • In che modo si esprime il valore ebraico dello studio si esprime nella tradizione ebraica?
  • Che contenuti ebraici che mi piacerebbe trasmettere ho ricevuto da casa?
  • In che modo si esprime il valore dello studio a Shavuot?
  • Perché è importante studiare la stessa cosa più e più volte (ogni persona in ogni generazione)?

background per l’insegnante

La festa di Shavuot, secondo quanto pensano i Saggi, è la data in cui è stata data la Torà, perciò la festa viene chiamata “Festa del dono della Torà”. Secondo la tradizione, ogni anno, a Shavuot riceviamo nuovamente la Torà. Si usa studiare la...

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La festa di Shavuot, secondo quanto pensano i Saggi, è la data in cui è stata data la Torà, perciò la festa viene chiamata “Festa del dono della Torà”. Secondo la tradizione, ogni anno, a Shavuot riceviamo nuovamente la Torà.

Si usa studiare la Torà la notte di Shavuot, una tradizione che si chiama Tikkun Leil Shavuot, o studio della Torà per tutta la notte di Shavuot. La parola tikkun, letteralmente, significa riparare o porre rimedio. Nel midràsh Shir Hashirìm Rabbà (parashà 1, 56) si offre una spiegazione interpretativa per questa parola e per l’usanza del tikkun. Secondo il midrash, i Benè Israel (i Figli di Israele) si addormentarono la notte prima che fosse data la Torà e non si svegliarono in tempo per questo importante evento. Per questo motivo, è nata l’usanza di studiare la Torà tutta la notte all’inizio di Shavuot, per rimediare per questo evento negativo che accadde presso il Sinai. La mattina di Shavuot, in sinagoga si legge a alta voce la parte della Torà che parla di quando è stata data la Torà e tutti i presenti stanno in piedi.

Lo studio della Torà la notte di Shavuot riflette il forte legame che il popolo ebraico ha con la Torà, nonché l’importanza che viene data allo studio della Torà in ogni generazione. Lo studio della Torà è un valore centrale nell’Ebraismo. “Studiare la Torà” non si limita ai cinque libri della Torà, ma include tutta la “libreria” di testi che aprono un dialogo sia con la Torà stessa che con altri testi che sono stati scritti per tutte le generazioni che intraprendono questo dialogo: testi che elaborano la Torà, interpretandola e sviluppandola.
Sebbene molto di questo dialogo sia stato portato avanti tramite la parola scritta, vi sono anche altri mezzi, come le opere d’arte, che offrono una forma di interpretazione e di partecipazione a questo ‘dialogo’.

La mitzvà (precetto) di studiare la Torà compare nei versi tratti dal Libro del Deuteronomio che vengono riportati qui. I versi descrivono vari modi e circostanze in cui si studia la Torà. Ai tempi dei saggi (i primi secoli dell’Era Volgare), furono fondate scuole e  case di studio (batè midrash) e i bambini imparavano a scrivere e a leggere per poter studiare la Torà – in un’epoca in cui, per le nazioni intorno a noi, saper leggere era un privilegio limitato all’élite.

L’importanza della Torà nell’eredità ebraica ha fatto ottenere al popolo ebraico il soprannome di “Popolo del Libro”. Questo appellativo compare per la prima volta nel Corano – “ahal al-katab”, che letteralmente significa “popolo del libro”. In origine, era un soprannome rivolto agli Ebrei e ai Cristiani, perché entrambe le religioni avevano un libro santo. Tuttavia, nel corso degli anni, è rimasto valido solo per il popolo ebraico.

apertura opzionale
per approfondire e discutere
suggerimenti per attività
per approfondire ulteriormente
  • Perché lo studio della Torà è così importante nella tradizione ebraica? Ogni studente deve scrivere tre motivi su un pezzo di carta e poi li mostra alla persona che si siede accanto a lui. Ci sono tre motivi che hanno segnato entrambi? Ogni studente deve anche prendere in considerazione se il loro partner ha scritto un motivo con cui sono sicuri che non sono d’accordo, e devono chiedere una spiegazione. Dopo, ogni coppia leggerà uno dei motivi su cui si trovano d’accordo all’insegnate, che lo scriverà alla lavagna. Gli studenti possono suggerire altri motivi propri anche se non tutti sono d’accordo. Abbiamo visto che vi sono molti motivi per studiare la Torà – alcuni di essi sono più cari e sono tutti d’accordo, mentre altri possono essere più personali.
  • Mostra agli studenti un’immagine con molti dettagli (come Dove è Waldo?). Fagliela guardare per qualche minute e, poi, senza guardare, fai loro scrivere tutto ciò che sono riusciti a vedere, tra cui: persone, azioni, la trama generale dell’immagine e così via.
    Dopo, mostragliela di nuovo e fai aggiungere più informazioni sulle cose che hanno osservato questa volta.
    Questa attività può essere ripetuta più volte.
    Spiega che, così come ogni volta che guardano di nuovo l’immagine vengono fuori nuovi dettagli, allo stesso modo la Torà è stata studiata in ogni generazione: a ogni lettura si aggiungono altri approfondimenti e livelli di comprensione.
    1. La Torà ci ordina di insegnare la Torà con la parola  – “parla con loro”. Quali altri modi ci sono per insegnare e trasmettere la conoscenza o i messaggi educativi? Quale è il tuo modo preferito?
    2. Secondo i versi, in quali situazioni della vita bisognerebbe studiare la Torà? Perché pensi che siano state scelte queste situazioni specifiche?
    3. Secondo i versi, di chi è la responsabilità di trasmettere la Torà alla prossima generazione? Perché  pensi che sia specificamente responsabilità loro?
    4. La Torà comanda di insegnare ai propri figli, ma noi non impariamo soltanto dai nostri genitori. Da chi altri impari e che cosa impari dalle altre persone? A chi insegni e che cosa insegni?
    5. Ai nostri giorni, una notevole mole di studio della Torà si svolge in istituzioni designate a questo scopo. In che cosa si distingue imparare dai genitori da imparare dagli insegnanti? Quali sono alcuni dei vantaggi e degli svantaggi dell’imparare da un parente o da un insegnante?
    6. “Figlio mio, ascolta gli insegnamenti morali e non abbandonare la Torà di tua madre” (Mishlè 1: 8). Quali messaggi, lezioni o convinzioni hai ricevuto con i tuoi genitori? Che cosa di tutto ciò pensi che vorresti trasmettere?
    7. Il verso ordina: “Insegnalo diligentemente ai tuoi figli”. La parola ebraica che indica “diligentemente” è ושננתם, veshinantam, che significa ripetere più e più volte. Perché pensi che ci venga richiesto di studiare i testi ripetutamente? Dalla tua esperienza, che effetto ha questo sul processo di apprendimento?
    8. Pensi che studiare sia un valore e abbia un’importanza di per se’, anche se non viene fatto per uno scopo specifico o per un obiettivo pratico? Spiega.
    9. Il mio studio: Quali cose ti stimolano e ti motivano a imparare? Quali sono alcuni modi in cui puoi imparare? Preferisci imparare da solo o da qualcuno? Preferisci imparare dai libri/dai computer/ o in un altro modo? Perché? 

 

  • Per illustrare l’idea che impariamo tutti l’uno dall’altro, sedetevi in cerchio. Ogni studente può dire una cosa che ha imparato dallo studente seduto accanto a lui, o una cosa che vorrebbe imparare da lui. Discuti con gli studenti di come sia possibile imparare da ogni persona.

Studenti più grandi:

  • Che cosa possiamo imparare dalla Torà? Attività di ricerca: dividi gli studenti in gruppi. Ogni gruppo riceverà un testo o una storia della Torà (La cosa migliore è usare una storia che gli studenti conoscono, ad esempio Caino e Abele, l’arca di Noè, le perergrinazioni di Avraham, la vendita di Yossèf, l’uscita dall’Egitto, il dono della Torà al Sinai, la storia delle spie, ecc.) e scrivi che cosa si può imparare da quella storia. Assegna ogni storia ad almeno due gruppi, in modo che, dopo, gli studenti possano paragonare e discutere i valori e le lezioni che si evincono dalla storia. Gli studenti possono fare una diapositiva sulla storia (che può includere anche un’opera d’arte attinente che hanno trovato su Internet). Raduna tutte le diapositive e prepara una presentazione che comprende tutte le spiegazioni degli studenti da mostrare insieme alla classe. Puoi usare il template: “Cosa impariamo dalla Torah
  • Tieni un Tikkun Shavuot: Gli studenti, lavorando in chavruta, (coppie di studio) preparano un breve discorso in stile Ted (massimo tre minuti) su un argomento di Torà a loro scelta. Puoi scegliere un argomento di classe e far fare a ogni coppia una ricerca da un punto di vista diverso: ad esempio, possono concentrarsi su una storia biblica, su un valore, su una mitzvà, su un personaggio biblico e così via. Poi, puoi fare un Tikkun Shavuot di mattina in classe in cui gli studenti presentano i loro interventi al resto della classe.
  • Insegna l’unità La Torà è meglio dei beni (6-11 anni), che è incentrata sull’importanza della Torà nella cultura ebraica.
  • Insegna il midrash tratto dal Shir Hashirim Rabba che discute il motivo alla base del Tikkun Leil Shavuot. Chiedi agli studenti di parlare della notte prima di un evento importante della loro vita: Come si sono comportati? Come si sentivano? Tenendo presente ciò, come potremmo spiegare il comportamento dei Benè Israel la notte prima di ricevere la Torà?
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    E’ come un Re che aveva detto ai suoi sudditi: questo giorno, verrò a visitare il vostro stato! Eppure, il giorno in cui il Re arrivò, tutti i suoi sudditi dormivano e nessuno uscì a   accogliere il Re.
    Allo stesso modo, quando fu data la Torà, Dio disse ai Benè Israel che sarebbe comparso davanti a loro il terzo giorno dei preparativi. Ma quando arrivò il mattino del terzo giorno, li trovarono a dormire.
    Per la collera di Dio, i tuoni e i lampi squarciarono il cielo e Mosè iniziò a svegliare il popolo, e andarono a accogliere il Re di tutti I Re per ricevere la Torà.

    (Secondo lo Shir Hashirim Rabba, parsha 1, 56)

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  • Osservate il dipinto di Rafaello intitolato  “La Scuola di Atene”, che rappresenta una situazione immaginaria (in un contesto non ebraico) in cui i grandi saggi di tutte le generazioni si incontrano in un luogo di studio. Pensi che l’artista abbia scelto di rappresentare personaggi di diverse generazioni in un dipinto che si incentra sulla conoscenza umana? Che cosa voleva esprimere? In che modo l’immagine si college al processo interpretativo ebraico? Chi metteresti in un dipinto ebraico come questo?